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martedì 23 giugno 2015

Stadio Amsicora - Cagliari


Lo stadio Amsicora fu costruito nel 1923 in un’area appartenente alla Società Ginnastica Amsicora dalla quale prese il nome.  Con l’instaurazione del Fascismo, gli impianti furono formalmente presi in affitto dal Partito Nazionale Fascista che nell’attuale Stadio Amsicora, rinominato “Campo DUX”, organizzava le attività sportive della Gioventù Italiana del Littorio e dei G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti).
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la S.G. Amsicora riuscì ad ottenere dagli alleati anglo-Americani, che ne avevano fatto un deposito per automezzi, la restituzione dello Stadio dimostrando, carte alla mano, che la proprietà era rimasta costante durante il ventennio e che il partito Nazionale Fascista ne aveva usufruito solo a titolo di   affitto.
Nel 1964 il campo fu concesso in uso al Cagliari Calcio, tramite una convenzione con l'Amministrazione Comunale di Cagliari, e venne posato il manto erboso, condizione indispensabile per poter partecipare al Campionato Nazionale di Serie A di Calcio. In esso, la squadra del Cagliari vinse lo scudetto 1969-’70, anche se poi a settembre dello stesso 1970 si trasferì allo stadio Sant’Elia.

Lo Stadio oggi è una struttura polivalente con campo centrale in erba sintetica ad uso esclusivo dell'hockey su prato, con pista d’atletica leggera, palestra per la ginnastica artistica, centro fitness, campi da calcetto e una piccola piscina.

martedì 16 giugno 2015

Santa Cristina - le puits sacré

Le site archéologique de Santa Cristina se trouve près de l’autoroute 131 Cagliari – Sassari autour du km. 114 dans le territoire de Paulilatino. Il est l’un des plus significatifs de la Sardaigne. Il se compose d’un “nuraghe, à l’origine bien plus complexe, d’une tombe de géants qui aujourd’hui n’existe plus, d’un village de l’âge du Bronze et d’autres structures plus modernes qui appartiennent à l’époque médiévale. Il y a aussi, tout à coté, un puits sacré réalisé avec des blocs de basalte parfaitement équarris et disposés sur des rangées régulières. 

La partie souterraine du puits présent un basin d’eau circirculaire à couverture à tholos (coupole). On y accède par 25 marches précédées d’un vestibule rectangulaire lui-même connexe à la pièce circulaire  externe où apparaissent d’autres structures probablement à usage religieux. Les pieces archéologiques montrent une continuité d’occupation humaine aux époques punique et romaine jusqu’au réemploi chrétien du site comme le démontre l’église voisine dédiée à Sainte Cristine et bâtie dans le XIII siècle.



giovedì 11 giugno 2015

Spirale - motivo decorativo

Motivo decorativo molto diffuso, la spirale richiama il moto fisico e la forza creatrice. Lo si trova su diversi oggetti come sigilli, ceramiche, altari e statuette sin dal periodo preistorico. Seguendo l'evoluzione artistica nel corso degli anni anche questo motivo divenne sempre più complesso e articolato.  I segni a vortice contrastano la staticità delle cose e celebrano il movimento, la vita. Spesso è abbinato ad altri simboli del divenire come il bruco, la farfalla, l’uovo e il serpente; Ed è inoltre un motivo ricorrente degli addobbi funebri proprio a simboleggiare la continuità delle vita dopo la morte.  La spirale divenne poi un motivo decorativo tipico dell’arte classica, dipinta o scolpita, oppure caratterizzante la forma di alcuni elementi architettonici quali le colonne tortili (attorcigliate in spire lungo un asse verticale) e i capitelli ionici a volute. Successivamente dal mondo classico venne quindi ripresa in quei periodi artistici che alla classicità si ispiravano come il Rinascimento e il Neoclassicismo. Il suo simbolismo poggia su basi solide come Democrito che concepiva l’aggregazione degli atomi attraverso un vortice e l’Astrofisica che pone il vortice come il sistema motorio che ha creato il nostro sistema solare.

venerdì 5 giugno 2015

Bithia (Chia)

Il piccolo insediamento di Bithia rappresenta uno dei più importanti siti archeologici in Sardegna. Probabilmente esisteva già un insediamento nuragico nello stesso luogo risalente al VIII secolo a.c. In seguito divenne una città fenicia, poi punica, infine romana.
Rappresentava una tappa intermedia nella rotta di circumnavigazione della Sardegna meridionale che dalle città di Karalis e Nora andava a Sulki nell’Iglesiente. Anche Bithia, come le altre città costiere ad eccezione di Karalis,  vide il suo progressivo declino a partire dalla caduta dell’impero Romano d’Occidente.

Dell’antica città di Bithia restano oggi i resti di due tempi e di un tofet, oltre a qualche abitazione e la strada romana che conduceva a Nora. La parte principale dell’insediamento era ubicato nell'isolotto “Su Cardulinu” e nel promontorio di Chia.

Nel 1639, fu eretta la Torre di Chia su un colle alto 45 m. che domina la spiaggia. La costruzione, munita di 2 cannoni, faceva parte della rete difensiva di torri costiere allestita, tra il secolo XVI e XVII, dalla Corona di Spagna contro le incursioni dei corsari saraceni. Le mura esterne della torre sono caratterizzate, come le torri di San Macario e del Coltellazzo a Pula, da ciottoli arrotondati e da conci di arenaria calcarea ben squadrato provenienti dall’antica città di Bithia.