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lunedì 23 marzo 2015

Pasquetta tra boschi e cascate-Dolianova


Pasquetta 2015 nelle campagne di Dolianova!

A pochi km da Cagliari:

Dopo una bella passeggiata mediamente impegnativa, di circa due ore, camminando sulla riva di “Riu s'egua murra” immersi nei profumi primaverili della macchia mediterranea, si apre come per incanto una meravigliosa vallata con una scenografica cascata sullo sfondo; è la nostra meta per “su spassieddu” di Pasquetta! (chi volesse, potrà fermarsi dopo 30 minuti sul posto e godersi il panorama).
Sarete accompagnati da Mario Arzedi (guida ambientale- escursionistica), Laura Sedda (guida turistica) e Oscar Cara (guida ambientale- escursionistica), regolarmente iscritti nel registro regionale.
Il pranzo al sacco è a cura dei partecipanti.

Quota di partecipazione di 12 euro, assicurazione inclusa.
Il ritrovo è fissato alle ore 9,30 a Dolianova, nel parcheggio della piazza principale, a fianco del Municipio.

Iscrivetevi all'escursione entro Sabato 4 Aprile, scrivendo a info@insidesardinia.com, e, se non siete ancora tesserati a Inside Sardinia, indicandoci i vostri dati:

Nome e Cognome
Luogo e data di Nascita
Codice Fiscale
Indirizzo
Telefono
Email
Consigli:
-Indossare scarpe da trekking o un buon paio di scarpe da tennis; abbigliamento consono alla stagione e protezione anti-pioggia. Non dimenticate una riserva d’acqua e…la macchina fotografica!.
-Portate il pranzo al sacco. Noi metteremo a disposizione una griglia per chi volesse arrostire qualcosa.
Info e prenotazioni: - mail: info@insidesardinia.com
Tel  Laura Sedda cell. 3484660283, Mario Arzedi cell. 3208584503
Oscar Cara cell.349 50 84 790

 










Museo G.A. Sanna - Sassari

Il museo nazionale archeologico ed etnografico “G.A. Sanna” di Sassari, sito in via Roma, è intitolato a Giovanni Antonio Sanna, imprenditore e politico originario di Sassari ma che deve la sua fama alle miniere di piombo e zinco di Montevecchio. La struttura del museo si divide in tre parti: archeologia, etnografia, pittura.

L’origine ufficiale del museo risale al regio Decreto n° 284 del 19 febbraio 1931 quando viene istituito il “Regio Museo di Antichità ed Arte – Giovanni Antonio Sanna” in titolata all’omonimo deputato del Regno di Sardegna. Il Sanna aveva già donato, come lascito testamentario una collezione di 250 dipinti e gli altri reperti, in massima parte archeologici, provenienti dai diversi scavi che per anni aveva finanziato. Fu poi la figlia dello stesso Sanna, Zely Sanna Castoldi, a donare alla città di Sassari il terreno per il museo e a commissionarne la costruzione eseguita tra l’aprile del 1925 e il dicembre 1929. L'edificio si richiama ad un tempio classico con un ingresso dotato di breve scalinata in vulcanite rossa.

Al museo così creato si aggiunsero nel tempo altre collezioni private (ad esempio  quelle Chessa, Dessì, Clemente) ed i reperti acquisiti, dal 1958, attraverso ricerche e scavi dalla locale Soprintendenza per i Beni Archeologici. Negli anni Settanta, Ercole Contu provvide ad una radicale riorganizzazione degli oggetti esposti proponendo un ordinamento cronologico e topografico di più facile comprensione per un vasto pubblico. Nel corso del tempo il Museo Sanna è stato interessato da importanti lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche, la creazione di un padiglione per l’esposizione temporanee ed il riallestimento della sala “Monte d’Accoddi” e la sala “romana”. Nel 2000 è stata inaugurata la nuova sezione “Medievale e Moderna. Dal 2010 la collezione pittorica non è più esposta nelle sale del museo, ma è visibile presso la Pinacoteca Nazionale MUS'A di Sassari in via Santa Caterina.

lunedì 16 marzo 2015

artemia salina

L'Artemia salina è frequentemente utilizzata come alimento per i pesci d'acquario e a questo scopo spesso viene allevata dagli acquariofili. Si tratta di un piccolo crostaceo, lungo da 5 a 7 millimetri, noto anche come “scimmia di mare”, presente nelle acque salate, appartenente al genere Artemia, unico genere della famiglia Artemidae.
E’ una specie cosmopolita che ha sviluppato adattamenti a condizioni di vita estrema che le consentono di vivere in ambienti ostili quali le pozze delle saline caratterizzate da alta salinità e da periodica evaporazione dell’acqua. L’essiccamento delle pozze in cui vive è superato grazie alla deposizione di uova durature (cisti) in grado di rimanere in uno stato di riposo per lunghi periodi, anche vari anni, fino a quando non si ripresentano condizioni favorevoli al loro sviluppo. L’artemia salina è ricca di betacarotene, un pigmento rosso-arancio, che si deposita nelle penne in sviluppo dei fenicotteri, conferendo loro il caratteristico colore rosa. Generalmente, l’artemia salina si nutre di fitoplancton e batteri, in pratica di ogni biotipo tra 1 e 50 micron. Ogni soggetto può vivere circa 2 anni e genera, nel corso della sua esistenza, 300-440 naupli (le larve primitive dei crostacei inferiori). Sopravvive nell'intervallo termico compreso tra 5 e 40 °C, indifferentemente in acque quasi dolci o salate.

domenica 8 marzo 2015

Sabato 25 Aprile Visita guidata: Penisola del Sinis, Ipogeo di San Salvatore e sito di Mont'e Prama Cabras


Sabato 25 Aprile

Penisola del Sinis, Ipogeo di San Salvatore e sito di Mont'e Prama Cabras

Questa domenica andremo a visitare dei posti unici.
Inizieremo la nostra giornata con una visita guidata all'ipogeo di San Salvatore a Cabras.
Questo luogo ha qualcosa di magico: pozzo sacro in periodo nuragico e luogo di culto in epoca romana. I romani hanno rispettato il pozzo nuragico e costruito un nuovo pozzo per il culto dell'acqua, origine della vita, venerando Marte e Venere, la coppia feconda. Col cristianesimo questo sito resta un luogo di culto, perchè l'acqua è rinascita ( e salvezza) anche per i cristiani. A San Salvatore sono arrivati, poi, anche gli arabi e, anche loro, hanno rispettato la sacralità del luogo e hanno lasciato alcune tracce della loro presenza, testimoniata da iscrizioni dedicate ad Allah.
Questo sito ha molta importanza ancora oggi perchè è il fulcro della corsa degli scalzi.
*curiosità: negli anni 60 è stato girato qui il film western "Giarrettiera Colt"


Visitato il sito ci sposteremo nella Penisola del Sinis per una passeggiata fino al faro di Capo San Marco. In base al tempo decideremo se mangiare in spiaggia o tornare al villaggio di San Salvatore.

Dopo pranzo andremo a visitare gli scavi di Monti Prama.
Le visite ai siti saranno guidate da Laura Sedda, archeologa iscritta all'albo delle guide turistiche.

Contributo spese escursione: 10 euro
Durata escursione : giornata intera
Durata passeggiata: 1 ora e mezza
Lunghezza percorso: circa 6,3 km
Livello: facile. Il dislivello è molto contenuto (circa 50m). L'escursione è adatta anche a chi è meno allenato.



PROSSIME ESCURSIONI:
DOMENICA 10 MAGGIO 2015, Escursione alle cascate di Muru Mannu-Villacidro

DOMENICA 31 MAGGIO 2015,Escursione cala Goloritzè-Baunei
 










 
 
 

venerdì 6 marzo 2015

Il riso sardonico

Gli antichi scrittori parlano di un’erba che nasceva in Sardegna simile alla melissa e che aveva il potere di uccidere gli uomini lasciando loro un sorriso sulle labbra. Virgilio nelle Egloghe parla di “herba sardonia”. Non possiamo sapere se in tempi lontani esistesse un’erba simile, o un composto di varie erbe, che facesse contrarre i muscoli facciali fino a far sembrare che si morisse ridendo, ma è rimasto in uso il detto, citato pure da Omero, sul riso sardonico. Timeo, scriveva che questa espressione traeva origine dall'usanza che vi era in Sardegna di uccidere i vecchi genitori, offrendoli in sacrificio al dio Kronos, da parte dei propri figli anch'essi inebriati da quest'erba. Quest’erba riduceva le sofferenze dei vecchi e ne accelerava la morte, inoltre le sostanze tossiche in essa contenute  provocavano la chiusura delle labbra, mettendo in evidenza i denti e simulando un’espressione di riso. Quindi al riso dei figli durante il rito si accompagnava il riso dei morenti in una sorta di trionfo sulla morte. Qualcuno ha individuato  l’herba sardonia nella “oenanthe crocata”, più comunemente detto finocchio d'acqua. E’un fatto curioso che successivamente  il riso sardonico sia stato usato per indicare la smorfia convulsiva con stiramento degli angoli della bocca prodotta da uno spasmo dei nervi facciali, specialmente nei malati di tetano.